Economia della felicità

Che cos’è l’economia della felicità?

Difficile sintetizzare il concetto in poche righe, infatti si tenterà di spiegarne solo alcuni principi.

L’economia della felicità è una corrente di pensiero che propone un nuovo tipo di economia su cui basare la nostra società; la società auspicata si basa sulla Responsabilità Sociale delle imprese, sul recupero dei valori dell’umanità, fratellanza, condivisione e soprattutto delle relazioni umane.


Nel paragrafo successivo vengono presi in esame alcuni spunti della disciplina che potrebbero essere applicati al settore lavorativo (e quindi anche al marketing). Per chi fosse interessato ad approfondire i temi dell’economia della felicità si consiglia di leggere il libro “Manifesto per la Felicità” del Professore Stefano Bartolini, che propone anche soluzioni efficaci per trasmigrare dalla “Società del Ben-avere a quella del Ben-essere”.

Economia della felicità e i beni relazionali

Parte delle teorie dell’economia della felicità si basano sull’importanza delle relazioni sociali e come un maggior focus in esse, potrebbe cambiare nettamente il nostro stile di vita, pensieri, ma soprattutto stato d’animo: se le relazioni umane avessero più peso nella nostra vita, saremmo infatti più felici.

economia della felicità- delizie di marketing -Francesca Bandini
Molti studi dimostrano che, contrariamente alle nostre credenze, avere più soldi non corrisponde ad essere più felici. I beni economici e in generale i beni materiali, influiscono sulla felicità soltano fino a una certa soglia (perché ci permettono di soddisfare i nostri bisogni vitali, come cibarsi, vestirsi, avere una casa..), oltrepassata una certa somma di denaro guadagnato annaulmente: il denaro non ha più influenza sulla felicità.
Quindi perché continuiamo a correre e a lavorare più del necessario se i soldi non potranno mai farci felici?
Allora cosa influisce sulla felicità? In primo luogo i beni relazionali.

Cosa sono i Bene relazionali?

I beni relazionali sono quei beni che derivano dai rapporti umani, dalle relazioni con i nostri simili e proprio per la loro natura non possono essere consumati da soli: amicizia, amore, ma anche attività sportive, di volontariato e così via.
Il declino dei beni relazioni nella nostra società è una delle principali cause della nostra infelicità.
Come diceva Aristotele siamo animali sociali e quindi amiamo stare in compagnia, ma la società come la conosciamo oggi tende ad allontanarci sempre più gli uni dagli altri: non abbiamo mai tempo per le relazioni sociali, le nostre giornate ruotano attorno al lavoro. Necessaria, è una nuova organizzazione sociale mirata a farci felici e a restituire la dovuta importanza ai beni relazionali.

Economia della felicità 2- Delizie di marketing- Francesca Bandini

È necessario recuperare le relazioni, a partire dal tessuto sociale che fa da sottofondo al nostro quotidiano. Non sappiamo nemmeno come si chiama il nostro vicino di casa perché la nostra routine è ormai incentrata solo su noi stessi: lavoro, casa e figli (quando ce ne sono). Recuperare le relazioni con i nostri familiari, che sono quelli più danneggiati, è doveroso. In particolare i figli, che vengono cresciuti da video-game poco educativi e da cartoni animati spesso non adatti alla loro età: i genitori sostituiscono l’amore e l’affetto con beni materiali, senza capire che gli oggetti e i giochi sono solo suppellettili. Ma questo forse è tutta colpa della pubblicità, oppure è colpa di chi non sa distinguere la finzione dalla realtà?

L’economia della felicità ci dice allora che dobbiamo mettere l’accento sulle relazioni sociali e non sulla crescita economica per avere individui felici e soddisfatti.

Economia della felicità e Delizie di marketing

Se come dice l’economia della felicità amiamo stare in compagnia e fare del bene al prossimo, sentirci d’aiuto, perché non tentiamo di conciliare le nostre attività economiche con il benessere comune?

In questa direzione si muovono molte aziende, che proprio della CSR (Corporate Social Responsability) fanno il loro baluardo. Anche Delizie di marketing, tenta ambiziosamente di conciliare le esigenze economiche di mercato con la felicità e il benessere dei clienti e della società in generale.

Delizie di marketing si sforza di raggiungere l’utopica felicità di tutte le parti utilizzando pratiche commerciali oneste e trasparenti che non ingannino il consumatore e prendendo in carico solo clienti che condividono gli stessi valori di eticità e responsabilità sociale; e in ultima istanza, deliziando i suoi clienti…

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6 pensieri su “Economia della felicità

  1. cara francesca sono pienamente in accordo con te e concordo in pieno la tua filosofia di vendita ma nel marketing esiste una contraddizione in termini
    Essendo il marketing “penso” un metodo per vendere un prodotto “qualsiasi” se sostituiamo
    la filosofia del “Società del Ben-avere a quella del Ben-essere” significa una diminuzione della vendita di prodotti a scapito di una rivalutazione che una passeggiata con il tuo vicino che ti può fornire la stessa felicita come l’acquisto dell’ultimo telefonino, è un po come la bella categoria del cibo a chilometro 0 che se applicata in larga scala significherebbe la fine del parmigiano reggiano e della produzione del nostro amato vino.
    Occorre che tu risolva in primis questa contraddizione ” senza vendita di beni non essenziali la parola marketing avrebbe un grande ridimensionamento ”
    saluti
    daniele

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    1. Ciao Daniele, molte grazie per aver sollevato la questione. Anche io ho pensato a questa contraddizione ed a modo mio l’ho risolta, almeno nel marketing così come lo intendiamo oggi. La mia soluzione è la seguente: Se siamo più felici comprando -cosa non trasformabile nel breve termine- perché non facciamo diventare il comprare un’occasione di solidarietà e socialità? Già, quando acquistiamo prodotti da aziende che devolgono parte del fatturato in beneficenza facciamo adottiamo un meccanismo similare o quando acquistiamo prodotti dal commercio solidale. Sto pensando a molti alternativi ed ancora più vasti per favorire il benessere conciliando la nostra natura consumistica. Se vuoi aiutarmi, sarei lieta..

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      1. capito. tu dici se ai bisogno di comprare un telefonino acquistalo da una azienda che utilizza una parte dei suoi utili per il sociale e non una azienda che non fa questo.
        Mi viene in mente un negozio nella mia città che vende oggettistica ma un po particolare, nel negozio ci sono dei tavoli e sedie che puoi usare per prendere un caffè o una tisana socializzando con altri mentre ti guardi intorno e decide se acquistare o no, credo ottimo esempio di negozio bar locale di ritrovo per due chiacchiere.
        Come sicuramente avrai capito non conosco nulla di marketing scusami, ma mi appassiona il dilemma fra l’essere e l’avere e nulla lo esplicita meglio della nostra propensione ad acquistare oggetti che spesso ci risultano inutili o poco funzionali.
        se mi dici come posso aiutarti nelle mie piccole possibilità ne sarei lieto

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  2. Bellissimo articolo, concordo in pieno e voglio sottolineare, come già fatto dall’autore, l’influenza devastante della pubblicità. Insegnate ai vostri figli che la TV mente, la mia generazione diceva … “l’ha detto la TV” oggi non è più così o forse non lo è mai stato.

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    1. Grazie Tom per il Commento, che sono sempre ben graditi. Concordo pienamente sulla TV e la mistificazione della realtà che ne deriva (Ho scritto una tesi a tal proposito). Spero voglia seguire il mio blog e magari consigliarmi qualche bel tema da trattare. Mi contatti.

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